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Il PEZZO DA 90! - Cannone Antiaereo da 90/53

  • Immagine del redattore: Rommel 5310
    Rommel 5310
  • 25 ott 2019
  • Tempo di lettura: 2 min



Quest’oggi a richiesta di uno di voi, vi parlo di uno dei pezzi d’artiglieria più conosciuti, uno dei più temibili cannoni che il regio esercito disponeva, ma di che cosa stiamo parlando? Avevo accennato qualcosa al riguardo quando trattai pochi mesi fa il semovente che aveva come armamento principale questo pezzo d’artiglieria. Ovviamente stiamo parlando del cannone antiaereo da 90/53 che fu reso famoso soprattutto grazie al suo impiego controcarro anziché del suo ruolo naturale.


CENNI STORICI

Il 90/53 è il cannone contraerei più prodotto nel corso della seconda guerra mondiale con ben 539 esemplari prodotti, la sua produzione terminò alla fine del conflitto, ma ne fu studiata una versione migliorata nel corso del 1951 con denominazione 90/71. Il suo impiego operativo fu abbastanza lungo, circa trent’anni, infatti fu immesso in servizio nel 1940 e ritirato solamente nel 1970. Ma se proprio vogliamo dirla tutta e il secondo pezzo d’artiglieria per numeri costruiti, numeri alla mano e solamente superato dal pezzo controcarro da 47/32 chiamato anche elefantino, a cui ho già dedicato un video che se non lo avete visto vi invito a vederlo (qui appare scheda del video) Il 90/53 fu sviluppato dalla Ansaldo per essere usato come pezzo antiaereo sulle unità della Regia Marina, ma ne venne studiata anche una versione sullo studio terrestre che entrò in progettazione nel 1939 e prodotto a partire del 1940. Paragonabile al contemporaneo tedesco Flak 18 o anche chiamato Flak 88.


IMPIEGO OPERATIVO

Fu utilizzato principalmente sul fronte Nord Africano, dove all’evenienza, per garantirgli una maggiore mobilità sul campo di battaglia fu montato su autocarri, per lo scopo furono utilizzati gli autocarri pesanti Lancia 3ro e Breda 52 da qui nacquero i famosi autocannoni. Parlando di prestazioni controcarro, poteva perforare circa 109 millimetri a 500 metri di distanza e 90 millimetri a 1 kilometro di distanza. Ovviamente questa era la distanza in cui si ingaggiavano carri armati avversari, alcune volte ci si spingeva anche ad un kilometro e mezzo, ovviamente dipende dalla conformazione del terreno. Il carro disponeva per la maggior parte di colpi esplosivi e di una limitata quantità di colpi perforanti. Fu utilizzato su posizioni fisse antisbarco in Sicilia e antiaeree in tutto il territorio nazionale, e dopo l’armistizio del 1943 un gran numero di questi cannoni finì in mano Tedesca. Alla fine del conflitto rimasero solamente 8 pezzi operativi mentre in magazzino se ne aveva circa 200 pezzi recuperabili.

 
 
 

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